I criteri dell’american college di rheumatology per diagnosticare la fibromialgia sono superati?
Sembrerebbe di sì grazie agli studi di un gruppo di ricerca dell’universita spagnola Rovira i Virgilio in collaborazione con le università del Texas e dell‘Ohio coordinati dalla ricercatrice Silvia De Lamo e pubblicati sulla rivista Biomedicines.
Prima di questi studi non esistevano esami per la diagnosi di fibromialgia. Attualmente questa risulta piuttosto difficile e fa riferimento ai criteri citati all’inizio dell’articolo. Si basa sui sintomi della fibromialgia (dolori diffusi, affaticamento, ansia e depressione, disturbi del sonno, cefalea e disturbi cognitivi) sulla pressione dei punti dolorosi (tender points) e sull’esclusione di altre malattie simili quali Lupus, artrite reumatoide, tiroidite, malattia di lyme ecc.
Ma una diagnosi così fatta ha delle criticità.
Nelle fasi iniziali i dolori non sono sempre diffusi ma spesso relativi alla colonna. Inoltre, dato che la sindrome è spesso accompagnata dal alcune delle malattie elencate, nel caso venissero rinvenute, ciò non escluderebbe la presenza della fibromialgia.
I tender points possono variare a seconda dei giorni.
I ricercatori hanno scoperto degli aminoacidi specifici nel sangue degli ammalati ricercabili tramite particolari tecniche laser e l'aiuto di nanoparticelle d'oro.
Conclusioni
Questo test offre il vantaggio di essere affidabile, selettivo e semplice (essendo un esame del sangue) unico neo è che sarà disponibile, se tutto va bene, solo entro 2 anni.
Per adesso è bene affidarsi a medici particolarmente esperti nella malattia. Se vuoi sapere tutto su questa e avere notizie sul mio libro, che tratta parti generali e specifiche sull’argomento, visita il mio sito furiodipalma.com